Cammino d’autunno, il Sentiero delle perle 2017

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 PERLENWEG, primo giorno: Collepietra – Tires! il cammino sognato e studiato da anni, la destinazione interiore e il percorso magico passo dopo passo…che grande emozione si prova sempre nel realizzare un sogno! Superate le paure, i dubbi di dover andare da sola, il timore per il peso dello zaino…mi sono ritrovata catapultata qui, oggi, nello splendore della creazione, nello stupore della magnificenza, nella gioia delle piccole cose. Ogni cammino è una ricerca spirituale, è  un viaggio in se stessi e ha una destinazione interiore. La mia Santiago è qui, ora. La mia meta è dentro di me, e spero di raggiungerla grazie ai passi che mi vengono regalati in questi fortunati giorni. Grazie Paola che mi organizzi tutto e mi segui dall’ufficio…grazie babbo per essere qui con me, dentro ogni piccola gioia e dentro ogni pensiero, ogni visione, ogni sorriso, ogni cinguettio e ogni passo. Alla ricerca di un nuovo assetto e di nuovi equilibri  della mente, del cuore, del corpo e dell’anima.

PERLNWEG da Tires a Passo Carezza. Eccomi qui a salire all’infinito su per il bosco fitto mentre le amiche mi mandano messaggi: ‘da solaaa? Come da sola? Ma sola sola?’ E si, da sola, l’unico modo per avere tempo, per fare silenzio e lasciare che i pensieri nuovi, le intuizioni e le idee trovino forma in base ai propositi, alle mete interiori. Da sola perché da sola succedono tante cose e si scopre la forza, la determinazione e la pazienza, da sola si capisce che puoi trovare un riferimento dentro di te e accrescerlo,  e puoi ragionare sulla paura. Puoi capire cosa significa, cosa te ne fai di rimanere bloccato dalla paura. Puoi scoprire che da sola è molto difficile avere paura, e magari puoi scoprire che sei una persona ‘senza paura’, e rimanere sbigottita a bocca aperta perché mai lo avresti pensato. E tante altre cose che chissà mai se racconterò. Mentre poi pian piano mi elevavo verso il Passo Nigra e passo passo uscivo dal bosco, spaziando nella vista splendente e gloriosa del Catinaccio immerso nella luce, che fluttuava sulle infinite distese verdi, nitido e potente in un infinito cielo blu…pensavo: ma perché i camminatori postano o comunque ci raccontano sempre quanti chilometri hanno fatto? Che ci importa di quanti chilometri hanno fatto, e in quanto tempo? La cosa mi ha sempre infastidita proprio perché pare una gara, uno sfoggio e una competizione subliminale – ma neanche tanto. E perché non dire quanti uccelli hanno cinguettato,  quanti fiori e quanti funghetti nascosti fra le foglie di tutti i colori…perché non raccontare quanti scorci meravigliosi,  e quanti soffi d’aria nel bosco, o quante volte i raggi del sole hanno cantato attraversando i rami, e quante altre piccole cose meravigliose sono successe? Questo è il racconto e resoconto vero e utile di una camminata, almeno dal punto di vista esteriore…ma che si porta già dietro quello interiore …

PERLENWEG da Passo Carezza a Obereggen, la luce di un nuovo giorno. Camminare cambiando continuamente prospettiva e non essere mai sazia di guardare, respirare, assaporare e sentire addosso l’aria e i colori. Notare i particolari e gli infiniti spazi allo stesso tempo, e riempirsi di energia regalata dal sole, dalla Terra, dall’aria e dall’acqua, commuoversi a tratti per la stupefacente bellezza che mi circonda. Gustare ogni momento e arrivare senza deciderlo a ripetere quel ‘sto guardando me stessa’… quel ‘io sono te e tu sei me ‘ che riconduce tutto e tutti all’unità. Quanto di più terapeutico si possa pensare, provare, creare è essere Uno con la gloria della creazione. E così si può scoprire anche di poter amare, perdonare e approvare se stessi.  Si può camminare e ripetere sul ritmo dei passi, una dieci cento volte: mi nutro di tutto quello che mi da salute,  energia e vita, respiro e acqua e colori e bellezza e cielo. Ripetere a me stessa i nuovi programmi: sono libera, responsabile e fiera di quello che faccio: sono felice delle mie scelte. Ogni tanto una parola sommessa scambiata nel cuore col babbo, che sempre cammina qui con me, o più che una parola, un sorriso o una di quelle canzoni con cui eravamo solito darci il ritmo della camminata. Una giornata lunghissima, labbra che bruciano, viso pieno di sole e testa vuota. Si, vuota. Quando era sta mattina?  A che ora mi sono mossa? E dov’ero? Quanto tempo fa è stato? Perché a stare presente momento per momento e vivere ogni piccola sorpresa e ogni grande commozione, il tempo diventa lunghissimo e la testa si ripulisce…e forse, chissà, magari il segreto è  proprio questo…

PERLENWEG, da Obereggen a Nova Ponente: si potrebbe vivere così, camminando e spostandosi continuamente e dormendo ogni notte in un posto diverso, quello dove arrivi con le tue stesse gambe. Credo che molti significati insiti nel continuo spostamento, nel camminare e nel portarsi appresso solo quello che davvero ti serve ci sarebbero improvvisamente molto più chiari. Credo anche che le nevrosi, le ansie e anche le debolezze, ma addirittura perfino tante malattie sarebbero finalmente lontane dal nostro quotidiano. È la solita questione riguardante i sogni: va bene che tutti sognino, va bene credere nei propri sogni…ma chi li realizza rischia di essere considerato infantile, o pazzo, sconsiderato e tutto questo genere di cose. Ecco, quindi,  oggi é stato il quarto giorno di questa piccola avventura rubata al mese di ottobre, ormai fuori dal periodo ufficialmente delegato alle vacanze: il percorso un sogno inseguito da tempo, il cammino in solitudine una terapia auto prescritta, gli obiettivi e la destinazione sacri e spirituali o interiori momento per momento e passo dopo passo, rinvigoriti dallo stupore e dalla sorpresa della bellezza che ho incontrato. È molto difficile terminare un cammino: come ogni volta la sindrome di Ulisse mi assale.

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