Importanza personale e ego nella filosofia tolteca

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L’importanza personale, secondo la filosofia tolteca, non si riduce alla semplice vanità o all’egocentrismo, ma è una maniera specifica di organizzare la percezione, che implica uno spreco eccessivo e inutile di energia. A causa della nostra importanza personale, impariamo a percepire il mondo in modo tale da sentire continuamente la necessità di difendere la nostra persona (ego).

A causa della nostra importanza personale ci manteniamo incatenati al riflesso di noi stessi (la descrizione dell’ego) e siamo costretti a cercare la conferma di questo riflesso negli altri.

E’ a causa dell’importanza personale che ci concentriamo ossessivamente sulle richieste dell’ego, fino al punto in cui il mondo assume senso o significato solo nella misura in cui si conforma a tali richieste.

E’ a causa dell’importanza personale che viviamo sempre esauriti, perché è da lì che sfugge la nostra energia.

A causa dell’importanza personale crediamo sempre che i nostri problemi siano il centro dell’universo.

L’importanza personale è il trono e lo scettro del dittatore personale di ognuno di noi: l’ego.

E’ a causa dell’importanza personale che l’ego si è impadronito di tutto il nostro essere, fino al punto di convincerci che noi siamo l’ego e che nel nostro essere non esiste nient’altro.

In realtà, tutte le emozioni inutili e le abitudini debilitanti che portano a una diminuzione della nostra energia, come il rancore, la gloria, l’invidia, l’autocommiserazione, la depressione ecc…sono possibili solo a causa del fatto che ci sentiamo importanti.

E’ per questo che la lotta contro l’importanza personale è forse la più difficile, ma superarla è una delle vittorie più portentose.

Questi esercizi mirano a iniziare a diminuire l’importanza personale, in base all’idea che la realtà dell’ego e la realtà esterna non sono altro che descrizioni. Il campo del lavoro che si apre al di là della descrizione, è il campo dell’ignoto, dove niente e scritto o descritto, né il mondo né noi stessi.

Per questo è il campo dove noi possiamo creare, scegliere, essere qualunque cosa noi vogliamo.

E’ il campo della libertà.

Schiavi di una descrizione

Cos’è l’ego?

Quando parliamo di ego, generalmente vogliamo significare tutto ciò a cui ci riferiamo quando pronunciamo la parola ‘io’.

Ma che cos’è l’io? Non ne siamo molto sicuri, ma generalmente sentiamo che si trova nella testa, dietro gli occhi.

Del corpo sentiamo che non è l’io, ma qualcosa che ‘io’ possiede e usa, per spostarsi, per mostrarsi agli altri, e varie altre cose. Il ‘mio’ corpo.

Generalmente la gente non si preoccupa neppure lontanamente dell’energia e del campo di energia che è il nostro essere, e che si estende al di là dei limiti della nostra pelle. Figuriamoci se questo può essere considerato parte dell’io!

E allora, se l’ego non è il mio corpo, né la mia energia, che cos’è? Di cosa è fatto?

La risposta è assurda ma vera: di niente.

L’ego è una descrizione, nient’altro. Parole. Solo parole.

‘io sono il figlio di..’ ‘sono una persona molto sincera’ ‘sono un buon marito’ ‘sono un po’ pigro’…’sono ecc ecc…’

L’ego è una massa specifica di nulla, la cui quasi-realtà deriva dalla nostra insistenza a comportarci come se fosse reale. La verità è che un essere umano non è nulla di ciò che è contenuto nella descrizione del suo ego, benchè creda di esserlo e perciò si comporti in accordo con quella descrizione. Questo si manifesta attraverso le sue abitudini, che sono l’espressione attiva del contenuto della descrizione che si chiama ego.

Possiamo agire fuori della descrizione.

Siamo stati addestrati a considerare l’ego come la nostra unica realtà, a credere che davvero siamo ‘lui’ e continueremo a esserlo fino alla fine. Abbiamo dimenticato che una volta eravamo ‘senza forma’, e che questo ci permetteva di meravigliarci, di sentire ogni cosa, ogni essere come una scoperta, un mistero. Abbiamo dimenticato il mistero di noi stessi e il mistero del mondo.

Così siamo riusciti a dare realtà all’incantesimo di magia nera che è la vita dell’uomo moderno: ridurre l’inconcepibile, il mistero e la meraviglia di essere vivi a una stupidaggine. Noiosa, per di più.

Ci rinchiudiamo in una prigione e la chiamiamo ‘io’.

Ma ci sono buone notizie: non siamo condannati a vivere per sempre intrappolati in questa descrizione. Possiamo destrutturarci. Possiamo cancellare la ‘storia personale’. Possiamo essere liberi un’altra volta.

Con le pratiche che svolgiamo in questi giorni lo proviamo. Scopriamo che siamo in grado di realizzare una quantità innumerevole di azioni considerate impossibili, e di provare emozioni o di pensare cose che non erano incluse nella descrizione.

Di tutte queste buone notizie dobbiamo prendere appunto nel lato sinistro del nostro foglio (il lato del mistero).

Praticheremo così l’arte di reinventare se’ stessi. Non saremo più schiavi di un solo modo di essere, ma saremo capaci di creare nuovi modi di essere per nuove situazioni, inventando noi stessi e trasformandoci in qualcosa di nuovo, ogni volta che le circostanze o la nostra curiosità lo richiedano.

Victor Sanchez

 

Con Massimo Merulla, istruttore dell’ associazione ” Arte de vivir a proposito” e profondo conoscitore delle tecniche mediate dai toltechi, organizziamo il corso “ SALTO ALL’ ALTRO IO “.  ( clicca per saperne di più)